Il Rinascimento, un movimento culturale che si diffonde
in Italia (e successivamente anche in Francia) a partire dal Quattrocento e che
giunge fino al XVII sec., è strettamente legato allo stabilizzarsi delle grandi
monarchie europee, ai trasferimenti e alle vicissitudini interne del papato, al
traumatico crollo dell’Impero Romano d’Oriente, alla nascita delle Signorie
italiane e alla lotta che le contrappose fino ad estinguere le più deboli, alla
forte tendenza al mecenatismo e all’assetto socio-economico raggiunto dalla
penisola italiana negli anni immediatamente precedenti.
Giorgio Vasari è tra i primi a parlare di “Rinascita”, ma
il nome di “Rinascimento” si afferma definitivamente solo nel 1860, in Francia,
per mano dello storico Jules Michelet.
Benché per anni i due termini, Umanesimo e Rinascimento,
siano stati considerati sinonimi, nella seconda metà dell’Ottocento la critica,
capeggiata da Burckhardt, ha ritenuto necessario distinguere tra i due periodi:
il primo è stato inteso come momento filologico e letterario incentrato sugli
studi delle humanae litterae, mentre
il secondo come maggiormente filosofico e scientifico, basato quindi su una più
vasta consapevolezza intellettuale e su un nuovo modo di considerare l’uomo, la
natura e Dio.
Nel Novecento, invece, Burdach ha riavvicinato i due
termini, considerando l’Umanesimo quale la prima parte di un fenomeno più
vasto, appunto il Rinascimento.
La Primavera - Sandro Botticelli
1478 circa. Firenze, Uffizi.
Venere e le tre Grazie offrono doni ad una giovane (dettaglio) - Sandro Botticelli
Ciclo di Villa Lemmi, 1486 circa. Affresco trasferito su tela e conservato al Louvre.In questa fase i luoghi della conoscenza si laicizzano (si intensificano i momenti culturali all’interno delle corti e nascono le prime Accademie) dando vita alle nuove figure del “mecenate” e del “collezionista”, il volgare viene respinto con decisione a favore di un recupero dei modelli classici – più eleganti ma non necessariamente elitari (il latino era infatti l’idioma che permetteva la diffusione delle idee a livello nazionale e internazionale) – e si sviluppano nuove discipline umanistiche quali la Filologia. Si impone inoltre un antropocentrismo assoluto, nel quale si fa strada il concetto dell’homo faber ipsius fortunae e in cui l’autonomia della ragione si afferma in modo imprescindibile.
Gli eventi storici poco sopra accennati, portano l’Italia
a non avere uno, ma numerosi centri di cultura e di propagazione delle conquiste
rinascimentali. Centri che spingono i più grandi artisti dell’epoca non solo a
misurarsi con se stessi e i grandi modelli dell’Antichità, ma anche a cercare
di raggiungere questi ultimi nella grandezza e, se possibile, a superarli. È dunque
un periodo d’oro per le arti figurative, che possono annoverare tra le loro
fila geni del calibro di Leon Battista
Alberti, Brunelleschi, Donatello, Masaccio, i Della Robbia,
Paolo Uccello, Piero della Francesca, il
Verrocchio, Botticelli, Mantegna, Bellini, il Perugino, Leonardo da Vinci, Bramante, Raffaello, Michelangelo e molti altri.
Dama con l'ermellino - Leonardo da Vinci
Olio su tavola. 1488-1490. Esposto al Castello del Wawel di Cracovia.
Per essere definito un ottimo artista non è più
sufficiente la padronanza della propria arte e la conoscenza più o meno
profonda di alcune discipline – come ad esempio il disegno, la misura, ecc. –
ma occorreva addirittura esserne maestri. Per di più in una fase storica in cui
l’artista sta perdendo la patina del mero “artigiano” (confinato alle arti meccaniche) per acquisire la corona
di intellettuale, la quale gli permette di annoverare anche la scultura, la
pittura e l’architettura tra le più nobili arti
liberali.
Proprio a difesa della superiorità della pittura rispetto
alla poesia, Leonardo scrive:
“E potrà dire uno poeta:
io farò una finzione che significa cosa grande; questo medesimo farà il
pittore, come fece Apelle la calunnia […]. Se la poesia s’astende in filosofia morale, è questa in filosofia naturale
; se quella descrive l’operazione della mente, questa considera quella che la
mente opera ne’ movimenti; se quella spaventa i popoli colle infernali
finzioni, questa colle medesime cose in atto fa il simile […] non s’è egli
viste pitture avere tanta conformità colla cosa viva, ch’elli ha ingannato
omini e animali?”
Se il Quattrocento vede il ritorno all’Antico, il
recupero degli ideali e della cultura classica, il Cinquecento assiste invece
all’(auto)proclamazione di Roma a direttrice del buon gusto, sia per le
numerose collezioni presenti nei suoi palazzi, sia per gli studi antiquari, le
lettere e le innovazioni in campo artistico.
L'Annunziata - Antonello da Messina
Olio su tavola. 1475. Galleria Regionale della Sicilia, Palermo.
Ritratto di uomo (forse autoritratto) - Antonello da Messina
Olio su tavola. 1473. National Gallery.
Molte delle atmosfere, delle angolazioni, dei volti e
degli sguardi tipici dei ritratti rinascimentali si ritrovano proprio qui, in
questi meravigliosi scatti di Pierluigi Maco per Vogue China del Gennaio 2007. La protagonista è la poliedrica Vlada Roslyakova, una
delle mie modelle preferite.
I suoi capelli ondulati e fulvi richiamano la
leggiadria e la fresca bellezza delle Grazie nella Primavera di Botticelli, mentre gli abiti evocano gli stessi
delicati dettagli che Leonardo da Vinci soleva inserire nelle raffigurazioni di
figure femminili, come la celebre Dama
con l’ermellino. I primi piani, infine, rimandano ai ritratti densi di chiaroscuro
di Antonello da Messina e alla delicata tecnica delle velature tipica degli
artisti fiamminghi.
Un editoriale memorabile.
Bellissimo, Virna!!! Complimenti! Unire moda e storia dell'arte è un percorso sempre intellettualmente stimolante!
RispondiEliminaGrazie mille Marta! :D
EliminaVirna, questa tua serie di post dedicati a moda e arte è eccezionale! Bravissima! Anche se non sempre commento, i tuoi post li leggo tutti. Continua così!
RispondiEliminaGrazie mille Chiara, mi fa molto piacere sentirtelo dire! :D
EliminaQueste immagini sono B-E-L-L-I-S-S-I-M-E!!!
RispondiEliminapassa da me se vuoi ;)
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Grazie Lauren :)
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