John Galliano with various models wearing Christian Dior Spring 1997, Spring 1998, and Fall 1997 Haute Couture.
«Che noia la semplicità!
Spesso sono proprio le cose di
cattivo gusto le più interessanti»
- John Galliano -
Various models in Christian Dior Fall 1998, Spring 1999, Fall 1999, Spring 2000, and Fall 2000 Haute Couture.
John Galliano and various models in Christian Dior Spring 2001, Fall 2001, and Spring 2002 Haute Couture.
Various models wearing Christian Dior Fall 2002, Fall 2003, and Spring 2003 Haute Couture.
Galliano nasce a Gibilterra nel 1960 da famiglia spagnola ma frequenta il Central Saint Martin’s College of Art and Design a Londra. Nel 1983, la sua collezione di laurea, ispirata dalla Rivoluzione Francese e intitolata Les Incroyables, riceve recensioni estremamente positive e viene acquistata dalla boutique Browns.
Da quel momento, Galliano, in cerca di fortuna e di mecenati, dà il via a un proprio marchio ma il suo talento per il design non corrisponde del tutto a quello per il business: nonostante il suo approdo alla Fashion Week parigina nel 1989, nel 1990 è costretto a dichiarare bancarotta e a chiudere il suo brand con base a Londra.
Si trasferisce allora a Parigi per ricominciare e nel 1991 collabora con Kylie Minogue per i costumi del Let’s Get to It tour. Nel 1993 fronteggia di nuovo dei problemi economici ed è costretto a saltare lo show di Ottobre. Successivamente, grazie all’aiuto che gli viene offerto da Anna Wintour (editor-in-chief di Vogue America) e da André Leon Talley (corrispondente europeo di Vanity Fair), Galliano ottiene l’appoggio finanziario e l’ufficio stampa necessari a dargli credibilità nella grande metropoli parigina.
Nel 1995, l’imperatore del lusso e proprietario del gruppo LVMH, Bernard Arnault, posa gli occhi sullo stilista briannico e lo fa nominare head designer di Givenchy. La prima collezione di Galliano per Givenchy, a Gennaio del 1996, riscosse un enorme successo, anche da parte di Vogue.
Alla fine dello stesso anno, LVMH decide di trasferire John Galliano alla Maison Dior, dove rimpiazza il designer italiano Gianfranco Ferré. La sua prima sfilata coincide con il cinquantesimo anniversario del marchio, il 20 Gennaio 1997.
Nel 2002, Galliano viene ricevuto a Buckingham Palace dalla regina Elisabetta, la quale gli conferisce il titolo di Commander of British Empire per i suoi meriti nel mondo della moda. Nel 2003 poi sfila a Parigi anche a collezione che porta il nome personale dello stilista, apre la sua prima boutique monomarca al 384 di rue Saint Honoré e lancia la sua prima collezione maschile per l’autunno/inverno 2003-2004.
La grande creatività di Galliano consente un potente rilancio della Maison Dior che si riafferma come una delle case di moda più celebri al mondo non solo per i favolosi capi d’alta mdoa, ma anche nel campo cosmetico e in quello della gioielleria. Nel 2006, infatti, LVMH annuncia che Dior ha visto l’aumento del fatturato di 3,5 miliardi, cioè il 15% in più rispetto ai dati del 2004.
Nel 2007, anno del suo decimo anniversario come head designer della Maison Dior, Galliano viene ritratto insieme ad alcune modelle in questi scatti di Simon Procter per Harper’s Bazaar. Le ragazze indossano splendidi capi provenienti da alcune delle più memorabili tra le venti collezioni couture disegnate dallo stilista britannico. La disposizione dei “personaggi” e le scenografie a dir poco epiche ricordano i grandiosi dipinti della Francia di inizio Ottocento e i ritratti di Napoleone ad opera di David e Ingres.
Nel 2008 Galliano riceve inoltre la più alta onorificenza della Repubblica Francese, la Légion d’honneur, come riconoscimento per la sua lunga carriera.
Nel 2011 la sua carriera come head designer presso Christian Dior giunge al termine – non senza tentativi di difesa da parte di nomi illustri nel mondo della moda, come quello di Patricia Field – a seguito della divulgazione di un filmato che lo ritrae ubriaco e intento a rivolgere insulti anti-semiti contro alcune donne sedute in un bar.
Various models in Christian Dior Fall 2004, Spring 2004, and Spring 2005 Haute Couture.
Le collezioni di John Galliano hanno sempre messo in luce una femminilità estrema, raffinata benché costellata di eccessi di ogni genere, caratterizzata dalle profonde influenze folkloristiche ma innegabilmente internazionali.
E proprio la femminilità, unita ad un forte senso di teatralità – riecheggiata anche dai suoi “travestimenti” a fine sfilata – , rappresenta il cuore della sua immensa creatività.
Tuttavia, liquidare Galliano come un "creatore di costumi" sarebbe a dir poco riduttivo. Manolo Blahnik, a tal proposito, ha affermato che "nonostante la spettacolarità del contesto, il suo prodotto è sempre ben visibile. Anche se non si tiene conto della teatralità, rimangono lo stesso forme divine, che non sono solo funzionali, ma assolutamete moderne".
Ho già espresso il mio parere a riguardo più di una volta, ma ci tengo a ripeterlo: forse Simons aprirà la strada ad un mercato più vasto per la Maison Dior, ma temo che - se continuerà così come ha esordito - non riuscirà mai a raggiungere i livelli che hanno imposto Galliano nei memorabilia della Moda.
E proprio la femminilità, unita ad un forte senso di teatralità – riecheggiata anche dai suoi “travestimenti” a fine sfilata – , rappresenta il cuore della sua immensa creatività.
Tuttavia, liquidare Galliano come un "creatore di costumi" sarebbe a dir poco riduttivo. Manolo Blahnik, a tal proposito, ha affermato che "nonostante la spettacolarità del contesto, il suo prodotto è sempre ben visibile. Anche se non si tiene conto della teatralità, rimangono lo stesso forme divine, che non sono solo funzionali, ma assolutamete moderne".
John Galliano and various models in Christian Dior (left-right) Fall 2005, Spring 2006, and Fall 2006 Haute Couture.
Ho già espresso il mio parere a riguardo più di una volta, ma ci tengo a ripeterlo: forse Simons aprirà la strada ad un mercato più vasto per la Maison Dior, ma temo che - se continuerà così come ha esordito - non riuscirà mai a raggiungere i livelli che hanno imposto Galliano nei memorabilia della Moda.
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