10.23.2012

VALORIZZARSI: La scelta dell'abito lungo

Elie Saab Spring 2007 Couture

Mode del momento e gusti personali non sempre vanno di pari passo. Anzi, a volte nutrono persino un profondo odio reciproco. E, se a questo incontro/scontro si aggiungono sbalzi d’umore e una fisicità specifica per ogni donna, il disastro è proprio dietro l’angolo.
Tenendo ben presente il fatto che ognuno è libero di vestirsi come meglio preferisce, credo tuttavia che sia di grande importanza scegliere, sempre nella più completa libertà, il capo che valorizzi al massimo il proprio corpo. Purtroppo però riconoscere questi fantomatici capi non è così semplice come sembra e il risultato prodotto da una scelta sbagliata è quello di oscurare pregi e mettere in luce difetti in realtà inesistenti. Ma può anche capitare che i punti che per alcuni forniscano motivo d’orgoglio, per altri lo siano di vergogna e che quindi questi ultimi cerchino di mascherarli con non-chalance.
Scrivendo quello che state per leggere, non ho inteso assolutamente elevarmi ad arbiter elegantiarum. Ho solo cercato di mettere a disposizione di tutte gli anni di esperienza e di “esperimenti” fatti direttamente sulla mia pelle (la pelle di una complessata che lentamente si è scrollata di dosso qualche tabù).
I consigli che sto per fornire, quindi, non sono “legge”, ma tips puramente indicativi, formulati per orientare alcune di voi verso una scelta più consapevole e adeguata al proprio fisico.
Ma, a dispetto di ciò che leggerete, devo fare un’ammissione: secondo me non esiste un capo che stia bene solo ad alcuni tipi di persone. Esistono, invece, modelli sbagliati di quello stesso capo: tutto sta nello scegliere il modello perfetto (in base ad alcune variabili da tenere sempre sotto controllo). Nello scegliere, cioè, il modello che ci valorizzi, che ci dia la silhouette che desideravamo, che ci dia l’impressione ottica che stavamo cercando, che ci faccia sentire e sembrare delle dee.
Cominciamo affrontando l’argomento “abiti”, nello specifico, gli ABITI LUNGHI.


Elie Saab Spring 2007 Couture

Quando penso all’abito lungo per eccellenza (una specie di “Idea platonica” da cui discendono tutte le altre “copie”), immagino sempre un abito con sottili spalline dritte e posizionate molto esterne (così da mettere l’accento sulle spalle), scollo a cuore, taglio impero appena drappeggiato e gonna morbida dall’andamento A-line. Il colore che ho in mente varia in continuazione (un po’ come quello di Rosaspina/Aurora/La bella addormentata nel bosco, conteso tra le due fatine madrine che volevano tingerlo, l’una, di blu e, l’altra, di rosa): dalla tinta unita sui toni dell’azzurro ai colori ombré, dalle macrofantasie astratte a pattern tempestati di fiori esotici. E non è un caso che l’abito appena descritto sia il modello che preferisco e che indosso più spesso.
Ma l’Idea di abito cambia a seconda dei gusti, dell’immaginazione e dell’infanzia (ammettiamolo: i cartoni animati – Disney e non – hanno avuto il loro peso!) di ogni donna: c’è chi lo sogna a sirena, chi in stile meringa ultradecorato e chi invece preferisce quello più semplice in versione “maxi canotta” (magari a righe orizzontali).
Quale che sia questa Idea, però, l’abito lungo rappresenta il sogno e l’incubo di molte donne.
Il sogno per l’eleganza e l’allure che dona, per la comodità (ovviamente fatta eccezione per alcuni modelli, come i sirena “ultraslim”, ovvero quelli strettissimi all’altezza delle ginocchia – splendidi, ma camminarci è un’impresa davvero ardua) e proprio per la lunghezza da fiaba. L’incubo, invece, per via delle proporzioni, degli abbinamenti e delle occasioni in cui indossarlo (tutte abbiamo nell’armadio almeno un abito lungo, comprato magari in vista di una cerimonia, indossato una sola volta e poi dimenticato sul fondo dell’armadio perché “non c’era l’occasione per ri-metterlo”).

Partiamo dalle occasioni: sono poche quelle in cui non si possa sfoggiare un vestito lungo e, se spesso alcune sono percepite come inadatte, questo dipende dai luoghi comuni e da quanto ci si sente a proprio agio indossandone uno.
Il maxi dress è perfetto per una festa a bordo piscina, per un soggiorno in località marine, per una passeggiata in città, per una rilassante giornata di shopping, per un giro in barca, per viaggiare comodamente, per una serata importante o proprio di gala, ecc. E lo è anche quando si deve uscire di casa alla svelta per una commissione e non si ha voglia di perdere tempo a scegliere cosa mettere, quando all’università o al lavoro fa troppo caldo per sopportare i pantaloni, quando nulla ci sta bene e serve un “salva-situazione”, quando si vuole spiccare ad un party senza strafare, ecc.

Poi, le proporzioni: di norma si dice che il lungo sia caldamente sconsigliato a chi sia più basso di un metro e sessanta e, in linea di massima, concordo. Ma non è un assioma, bisogna valutare con attenzione la struttura del proprio fisico e lo stile del portamento: ho visto “nanette” (di nemmeno un metro e cinquanta) indossare maxi abiti e sandali piatti con molta più grazia di “stangone” da uno e ottanta. E non sembravano “accorciate” come si potrebbe pensare.

Gli abbinamenti, infine, sono un altro tasto dolete.
Vediamo le scarpe: con i sandali piatti è chic, etno-chic, very fashion e blablabla. Ma per favore! Non nego che ci siano persone che sanno portare molto bene la combinazione lungo+piatto, ma la maggior parte assolutamente no (e nella locuzione “maggior parte” inserisco persino alcune delle celebrity che spesso compaiono sulle riviste patinate come icone di stile: è vero, si possono permettere il lungo anche senza tacchi, ma la camminata da scaricatore di porto in gonnella non è certo un accessorio da esibire orgogliose)! Meglio un bel sandalo gioiello che si intravede appena (già, perché se si vuole portare un vestito lungo di giorno, l’orlo non deve sfiorare terra) o una comodissima zeppa. Se il clima lo consente, anche dei tronchetti (vanno bene praticamente tutti gli stili, ma ci vuole cautela con uno in particolare: lo stile cowboy) o dei cuissardes (specialmente se la gonna dell’abito ha uno spacco profondo che si muove camminando). Se invece l’occasione per indossare il maxi dress si presenta di sera, allora largo a décolletées, mary jane e (sempre tempo permettendo) sandali in vernice.
E cosa metterci sopra? Di giorno vanno benissimo maxi cardigan leggermente svasati (con o senza bottoni), giacchine di jeans, chiodi in pelle e spencer waterfall in suede, bolerini in tulle o organza di seta, micro-giacche stretch o avvitate in bouclé, maglioncini “cropped” (cioè tagliati poco sotto il seno) e a maniche corte. Di sera invece l’alternativa migliore e che dona immediatamente un’allure misteriosa ed elegante è rappresentata dalle cappe: quelle all’altezza dei fianchi donano più o meno a tutte, ma per chi vuole osare ci sono quelle lunghe fino a terra (magari in velluto nero o comunque di un colore scuro). Altrimenti una (eco)pelliccia, un cappottino dritto e senza chiusure, un blazer maschile, una giacchina peplum o corta in un materiale pregiato, un cardigan in seta (anche stampata) o la sempiterna stola.

Elie Saab Spring 2010 Ready-to-Wear, Spring 2011 RtW, Spring 2011 Couture, Spring 2011 RtW

Ad ognuna il suo abito.


TAGLIO IMPERO – Nessun capo ha una vestibilità vasta come l’abito lungo a taglio impero, perché i pregi superano di gran lunga i difetti: nasconde la lunghezza del busto e delle gambe (quindi è perfetto per chi ha il primo troppo corto e le seconde troppo lunghe, o viceversa); cela l’ampiezza dei fianchi; mette in risalto il punto vita (lo crea per chi non lo ha, lo esalta senza enfatizzarlo troppo a chi invece lo ha ben marcato); è perfetto sia per chi ha un seno appena accennato, sia per chi lo ha molto abbondante (basta scegliere la taglia che lo contenga bene e, se il punto in cui è tagliato dovesse risultare troppo ampio, basta stringerlo con una cintura sottile); se realizzato in tessuti “svolazzanti” come lo chiffon, la gonna del’abito si muoverà seguendo il nostro passo e segnando la figura in modo elegante e delicato; in generale, slancia quasi tutti i tipi di fisico.
Ora invece passiamo ai difetti…
Bè, difetti io non gliene ho mai trovati. Se voi l’avete fatto, vuol dire che non avete trovato il modello perfetto per voi, altrimenti non potreste fare altro che amarlo! ;)


STRETTO IN VITA – Si tende a dire che è il tipo di abito perfetto per chi ha una forma fisica a “clessidra” e, in effetti, è vero perché la mette molto in risalto. Quello che si tende a tacere, invece, è il fatto che questa forma viene spesso eccessivamente accentuata e che chi non è proprio così entusiasta di tutte le sue curve potrebbe non vedersi altrettanto bene con un abito di questo tipo. Se infatti il vestito è segnato in vita da una cintura obi molto alta e tenuta ben stretta, è chiaro che l’effetto ad “anfora” sarà intensificato. Per chi preferisse comunque questo tipo di abito, ma volesse evitare il volume aggiuntivo, allora meglio puntare su un modello con corpetto sagomato (magari con la vita già evidenziata da una striscia di tessuto ton-sur-ton) e gonna a semiruota. Oppure, per riutilizzare abiti che già si hanno, un piccolo accorgimento potrebbe essere quello di evitare cinturone, prediligere cinture sottilissime e posizionarle appena sopra il punto vita (all’altezza delle costole) quasi a simulare un taglio impero.
In generale comunque, un vestito avvitato (avvitatissimo) è molto femminile ma non slancia, quindi questo tipo di abito+cinturone va alla grande anche per chi si sente troppo alta. Per chi vuole guadagnare qualche centimetro, invece, meglio quello con corpetto sagomato (magari più largo di 2 o 3 cm rispetto alla reale ampiezza del proprio punto vita).


VITA BASSA – Tanto per rimanere in tema di fisici a “clessidra”, questo tipo di abito è una disgrazia per le donne “mediterranee”: uccide le forme e allarga di due o tre taglie la silhouette. È più indicato per i fisici definiti a “tavola da surf” (un po’ sul genere Keira Knightley), perché la non-differenza d’ampiezza tra vita e parte alta dei fianchi consente all’abito di scivolare e creare volume nei punti giusti. Non è un abito indicato, però, per persone bassine o con busto troppo lungo: le prime rischierebbero di sembrare ancora più basse, le seconde si ritroverebbero invece con gambe cortissime.

A CANOTTA – Lo si riconosce quando lo si vede appeso: un lungo tubo di stoffa con due bretelle in cima. Generalmente in tinta unita, a righe (nero+beige, nero+grigio, bianco+blu, ecc.) o con stampa sul petto. Proprio per via del modo in cui è tagliato, rischia di accentuare i difetti di chi lo indossa: chi ha le classiche misure 90-60-90 potrebbe ritrovarselo enorme in vita; chi ha i fianchi più stretti delle spalle e un punto vita poco marcato potrebbe vedersi troppo “dritta”, troppo maschile; chi ha il fisico a “pera” avrebbe l’impressione di avere un sedere ancora più basso e grande e di conseguenza gambe più corte e tozze; chi è troppo alta per i suoi gusti rischierebbe di sembrarlo ancora di più, ecc. Insomma, questo è l’abito perfetto per una donna minuta (peso regolare, altezza nella media), con una differenza non eccessiva tra i tre punti cruciali (seno-vita-fianchi), con uno stile prevalentemente sportivo (non solo nell’abbigliamento, ma anche nelle movenze e nel portamento) e abituata a sentirsi a suo agio con capi comodi, spesso aderenti anche se dal taglio tutt'altro che sartoriale.


CON SCOLLO DA NUOTATORE – Lo scollo da nuotatore è un tipo di scollo a canotta che, invece di avere spalline distanti e una “U”profonda, è costituito da spalline molto ravvicinate, strette attorno ad un girocollo. È l’ideale per far sembrare più grandi le spalle piccole o per mettere in evidenza quelle “standard”. Potrebbe essere un disastro se indossato da persone con spalle molto importanti: visto che l’unica parte del corpo ancora scoperta (ad eccezione, ovviamente, di collo e viso) sono proprio le spalle, sembrerebbero ancora più grandi e mascoline di quanto non siano.

CON SCOLLO ALL'AMERICANA - Ovvero quello che si lega dietro il collo. Consigliato per le persone con spalle troppo importanti: questo scollo slancia la figura e fa concentrare l'occhio sul collo, non sulle spalle.

Valentino Spring 2009 Couture, DsQuared2 Spring 2009 RtW, Gucci Fall 2008 RtW, Bottega Veneta Fall 2009 RtW.

CON SCOLLO A CUORE – Che sia liscio, intrecciato, plissettato, ricamato, con ruches o altro, lo scollo a cuore resta il padrone indiscusso della categoria “abiti da sera o da gala”. È semplice, elegante, discreto ma non da educanda, versatile e dona praticamente a tutte. Se coniugato a maniche lunghe che si congiungono allo scollo nella parte più esterna, mette in risalto le spalle tanto bene quanto lo scollo all’americana. Se invece la commettitura tra bretelle/maniche e scollo è più centrale, invece, l’effetto è molto sexy, ma l’ampiezza delle spalle ne risente un po’. Se unito a maniche attaccate esternamente ma che rientrano verso il collo, sarà quest’ultimo ad essere evidenziato, insieme alla porzione di décolleté in mostra. Quello senza spalline non va (quasi) mai portato senza gioielli: orecchini enormi, statement necklace o parure (solo in caso di Gala). 


CON SCOLLO A “V” – Altro grande classico che non passa mai di moda, a prescindere dalla profondità, visto che si passa da quello appena accennato (tipico dei prodotti in cachemire) a quello fin sotto l’ombelico (che ha contraddistinto grandi nomi della moda, tra i quali Saint Laurent). Proprio quest’ultimo è uno scollo molto elegante se indossato da donne dotate di una misura di seno che vada dalla terza-non-troppo-abbondante in giù, ma subito volgare quando la taglia sale oltre questo limite. Inoltre per le prime può costituire un ottimo alleato per ottenere una figura più slanciata, mentre per le seconde è il disastro se visto di profilo: se il seno è bello sodo, si rischia l’effetto “siliconata” estrema; se è cadente, anche la caduta di stile sarà inevitabile. Invece il classico scollo a “V” che scopre appena il décolleté, fermandosi prima che il reggiseno finisca in bella mostra, è perfetto per tutte.

CON SCOLLO DRITTO – Non valorizza le donne dal seno generoso e penalizza un pochino quelle con la “retromarcia”. Di tutti i tagli che uno scollo potrebbe avere, questo è decisamente il meno interessante, a meno che non sia un off-shoulders: in tal caso è amore! Valorizza le spalle e il décolleté senza scoprire il seno e si presta ad essere impreziosito da vari tipi di gioielli.

A COLLO ALTO – Il rischio di sembrare un’educanda è dietro l’angolo, soprattutto se è a maniche lunghe e un po’ morbido; meglio se aderente fino ai fianchi, svasato da lì in poi e munito di un profondo spacco (adatto a “clessidre” che non si vergognano delle proprie curve e ragazze – di ogni altezza – con gambe da urlo e tacchi altissimi). Se invece l’abito è piuttosto aderente e a giromanica, aiuta a slanciare la figura ed è indicatissimo per fisici sportivi e longilinei che vogliano evidenziare questa caratteristica o per donne meno alte che desiderino guadagnare centimetri extra.

MONOSPALLA – Non è il modello migliore per chi ha il collo corto e tozzo (che invece dovrebbe privilegiare scolli a “V” o comunque più regolari). Se ben drappeggiato può aiutare a nascondere spalle troppo importanti (e, unito a una gonna morbida a taglio impero, a celare corpi fin troppo rotondetti) o ad addolcire fisici forgiati dallo sport. Se netto e ben definito, invece, il monospalla esalta la forma delle spalle ma non dà loro maggiore volume.

CON SPALLINE O A GIROMANICA – Le spalline sono un indispensabile salva-situazione per chi ha un seno a rischio di straripamento. Rischiano di sembrare davvero cheap se realizzate/attaccate male e l’effetto ottico che producono cambia a seconda di dove sono posizionate (più sono esterne, più le spalle sembrano ampie e il seno meno evidente. Più sono centrate, più le spalle passano in secondo piano e più il seno sembra strabordare). Quelle stile “filo interdentale” non donano particolarmente alla persone più in carne. Mentre quelle troppo grandi stonano se indossate da donne “pelle e ossa”.
Il giromanica su corpetti aderenti con girocollo o con collo a barca dono tantissimo alle persone magre e alle già citate “tavole da surf” (o "assi da stiro"), ma sta piuttosto male a chi ha un seno molto prominente rispetto a qualsiasi altra parte del corpo (lo spinge troppo in fuori e dà l’idea del tessuto riempito a forza che sta per esplodere). Se il corpetto non è particolarmente aderente ma rimane invece morbido può andare bene più o meno a tutte.

CON TOP A FASCIA O A BUSTIER – Dovendo evitare “incidenti diplomatici” (cadute di stile e non, denudamenti involontari, esibizionismo con tendenza al volgare, ecc.), gli abiti senza spalline (a fascia elasticizzata o a bustier) sono banditi per donne dotate di una quarta o più. Poi, certo, alcuni stilisti realizzano vestiti con coppe su misura anche per settime o ottave misure, ma non è il modo migliore per valorizzarsi: un seno di una certa taglia ha anche un certo peso e conosciamo tutte gli impietosi effetti della gravità (perché, se non fosse ancora chiaro, un abito che è senza spalline non va certo portato con quelle del reggiseno in bella vista!). Le donne piatte, invece, rinuncino a quelli elasticizzati e ricorrano ai “pescetti” o ai super-push-up (sempre da indossare staccando le bretelline) per quelli a bustier. Quelle “standard” scelgano abiti che le valorizzino e non che strizzino le tette ad un punto tale da farne spuntare due supplementari: è di cattivo gusto. Se proprio avete paura che il bustier vi scivoli giù, comprate il nastro biadesivo apposito!

CON MANICHE AD ALETTA – Stanno tornando di moda nei modelli al ginocchio di tubino, ma in quelli lunghi non sono proprio un must. Sono carini su persone minute, un po’ troppo bambineschi su tutte le altre.

CON MANICHE CORTE O MEZZEMANICHE – Devo ammettere che abiti lunghi con maniche corte o mezzemaniche se ne vedono pochi. Ad ogni modo, se voi aveste puntato proprio un modello con una di queste caratteristiche, allora ricordatevi una cosa: la manica corta va bene di giorno (ma guai a voi a metterla di sera) e può aiutare a celare braccia imponenti; la mezzamanica, invece, uccide la lunghezza del braccio (accorcia!) e dona subito un’allure da “nonnina” che nessuna vorrebbe assumere. Però, bisogna comunque dire che se aveste le braccia (realmente o solo in base a una vostra personalissima percezione visiva) sproporzionate e quindi troppo lunghe rispetto al resto del corpo, questo tipo di manica potrebbe essere la soluzione ideale per voi.

Elie Saab Spring 2010 RtW, Fall 2008 RtW, Spring 2011 Couture, Spring 2010 RtW.
 
CON MANICHE LUNGHE – Quest’anno sono tornate abbastanza di moda e, da sempre, rappresentano una caratteristica che aggiunge eleganza ad un abito (come già detto, però, non bisogna strafare: l’effetto “educanda” è dietro l’angolo). Possono purtroppo risultare impietose con braccia tornite: se elasticizzate, potrebbero fare l’effetto “insaccato”; se per nulla elasticizzate, potrebbero invece spingervi a dover provare taglie di un abito molto superiori alla vostra (e sappiamo tutte che questo è un colpo mortale per l’autostima femminile!) perché altrimenti non riuscireste a muovere né braccia, né spalle.

CON MANICHE A TREQUARTI – Molto elegante e vi leva dall’impiccio del “e-se-le-maniche-lunghe-mi-restano-allo-zompo?”. Fantasia è perfetto per il giorno, nero e con uno scollo elegante (magari sulla schiena) è invece l’ideale per una serata autunnale.

A SIRENA – È l’abito che una buona parte delle donne sogna per il proprio matrimonio: aderente dalla cima alle ginocchia (o qualche decina di centimetri sopra) e poi un’esplosione di tulle e seta (o qualsiasi altro materiale). E in effetti è un abito splendido. Ma se vi vergognate delle vostre curve non è il caso provarlo: le segue talmente bene da assottigliare la vita e ingrandire un po’ il sedere (accentuando molto l’effetto ad “anfora”). Se invece non avete vergogna del vostro corpo, allora lo consiglio un po’ a tutte: magari con un corpetto rinforzato o con plissettatura trasversale per definire meglio la forma delle più cicciottelle; con sagomature curvilinee per le più mingherline; o in tessuti opachi e non elasticizzati per quelle con fianchi abbondanti. L’altezza non influenza particolarmente la scelta, l’importante è che le “nanette” evitino quelli con la coda attaccata molto in basso e molto larga.

A TUBINO – L’abito lungo a tubino non è di certo il più semplice da portare: mette in risalto qualsiasi difetto (sottotesto: se la vostra autostima non è pompata a mille, evitate di provarlo. Evitate proprio di guardarlo!) e se ve ne innamorate sulla gruccia è la fine... Però devo ammettere che l’eleganza che regala ha ben pochi paragoni. È un abito che, in linea di massima, slancia ma non dona molto a donne con un fisico “rettangolare” (ovvero con la stessa, o quasi, ampiezza dal punto seno fino al punto fianchi) o a quelle con fianchi a “pera” (perché fa sembrare il sedere più basso, i fianchi più larghi e le gambe più corte). Soluzioni? Le prime potrebbero prendere l’abito di una taglia in più e stringerlo in vita con una cintura (così da creare l’illusione ottica di un punto più stretto al centro della figura); le seconde possono ricorrere a due espedienti: sottovesti (o collant) modellanti oppure tessuti non elasticizzati (che sottolineano meno le curve).

A MERINGA – Generalmente, chi non sogna l’abito a sirena per il proprio matrimonio si immagina ammantata in metri e metri di tessuto formato nuvola. Non ne sono una grande fan, ma, per darvi comunque delle indicazioni, vi consiglio di tenere sotto controllo due caratteristiche di questi modelli a “meringa”: la forma del corpetto e l’ampiezza della gonna. Il primo non deve allungarvi troppo il busto altrimenti le vostre gambe sembreranno cortissime; la seconda non deve farvi sentire “enormi” e deve avere un volume facilmente gestibile.

PLISSETTATO – La mia personalissima bestia nera. Adoro il plissettato ma non si accorda minimamente col mio fisico “mediterraneo”: mi ingigantisce i fianchi e mi pialla a morte il sedere. Assolutamente consigliato, invece, per donne slanciatissime e atleticissime: serve un fisico molto asciutto perché il plissé possa cadere come deve (ad es. la solita e onnipresente modella di Zara lo porta benissimo, visto che ha fianchi quasi inesistenti e un sedere microscopico ma alto). 

A BALZE – Abiti ideali per il giorno. Non li trovo fantasmagorici per la sera, ma dipende molto da come e in quale materiale sono realizzati. In generale hanno un grande pregio e un grande difetto. Il difetto? Guardandolo da davanti, allarga la figura. Il pregio? Guardandolo di lato, la pancetta in eccesso sparisce.

Elie Saab Spring 2009 Couture, Bridal Collection, Spring 2009 Couture.

CAPE DRESS – Sulle passerelle delle Fashion Week fa sempre un gran successo, ma non è un caso che gli stilisti lo facciano indossare a modelle ancora più alte delle altre: abbassa! O, come si dice qui da me, acchiotta. Ribadisco e ribadirò sempre il mio amore per le cappe, ma non incorporate nel vestito. Soprattutto se dello stesso identico tessuto del resto dell’abito!

SAGOMATO – La sagomatura è un’alleata delle curve. Se volete sembrare più ad “anfora”, scegliete sagomature incurvate (piccola avvertenza: più un vestito è sagomato, meno slancia). Se invece volete evitare di mettere eccessivamente in mostra la vostra forma a “clessidra” o volete guadagnare qualche centimetro d’altezza, scegliete una sagomatura di due colori diversi (ad es. il pannello centrale bianco, i due esterni neri).

HI-LO – Sono la moda del momento: lunghi alle caviglie o fino a terra dietro, corti al ginocchio o a metà coscia davanti. Questo tipo di abito ha due grandi difetti: pone il focus sui fianchi (che ne risultano ingranditi) e sui polpacci (li fa sembrare più torniti a chi li ha già importanti e li rende scheletrici a chi invece li ha troppo sottili).

STAMPATO – La fantasia migliore perché dona un po’ a tutte, è la cosiddetta “fantasia Pucci” (una via di mezzo tra la stampa floreale e quella astratta, composta da 4 o 5 colori ben accostati e perfettamente esemplificata proprio dagli abiti di Emilio Pucci). Quella da evitare è la micro-floreale (ricorda troppo le vestagliette da giorno delle nonne). Geometrica solo se non volete rischiare di sembrare più larghe.

Ed infine... A KAFTANO – Il tipico abito da passeggiata serale in riva al mare, dall'eleganza un po' etnica. In linea di massima è adatto a tutti (alti e bassi, magri e grassi), ma se rasentate la "gnomitudine-da-giardino" forse è meglio pensare a qualcosa che vi slanci un po' di più...


Elie Saab Fall 2008 Couture, Fall 2008 RtW, Spring 2011 RtW, Fall 2012 Couture.

PS: Per chi non se ne fosse ancora accorto, io ADORO Elie Saab, celebre stilista libanese con uno spiccato senso dell'eleganza, una fantastica conoscenza del corpo femminile e la capacità di creare abiti sempre diversi e mai noiosi. Tutti i vestiti mostrati nelle immagini di questo post (ad eccezione di 4 modelli) sono sue creazioni.

14 commenti:

  1. meraviglioso post,veramente utile e poi si vede che hai messo passione nello scriverlo :D

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    1. Grazie Anonimo! Mi fanno davvero piacere sia il commento, sia il suo contenuto! :D

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  2. http://www.imperfecti.com/22 aprile 2013 alle ore 08:36

    allora ciao mi chiamo Angela e sono anche io una fashion mhhh lovers e ho un piccolo blog appena nato: www.imperfecti.com
    questo post che è un pò lunghetto potrebbe essere considerato un piccolo manualetto da stampare e tenere nella propria stanza armadi..mi piace davvero...
    quindi ho tralasciato alcune parti e ho letto quelle che più mi interessavano.., ma ti assicuro che è un interessante manuale
    grazie bellissimo
    www.imperfecti.com

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    1. Ciao Angela, grazie per il commento! In effetti il post è parecchio lungo (avevo pensato di spezzarlo, però poi ho immaginato che non sarebbe stato comodo per il lettore interessato ad un solo tipo di abito) ma se qualcuno volesse applicare il tuo suggerimento ne sarei davvero onorata ;)
      In bocca al lupo per il tuo blog!
      Baci

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  3. Che post davvero interessante però condivido con Angela! :D...Ti va di seguirci su GFC ? Io sono già tua fan ;)



    Baci ♥
    BecomingTrendy | ON FB

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  4. Post veramente interessante, collaboro con un'azienda che si occupa di sartoria e anche noi ci siamo divertiti a creare per le nostre clienti una guida scaricabile gratuitamente che ha molte delle informazioni che tu hai dato. Noi abbiamo scelto di parlare non solo dei modelli, dei tipi di tessuto e le caratteristiche delle cuciture ma, come hai fatto tu, analizzare le forme del corpo femminile e capire gli abiti più adatti, gli scolli, le lunghezze etcc per ognuna delle forme femminili. Le nostre clienti l'hanno trovata molto utile. sperando che ti piaccia ti lascio il link alla guida. Buona lettura e sappimi dire come l'hai trovata.
    http://www.atelieritaliano1967.it/special-report-di-atelier-italiano

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    1. Grazie, un pensiero molto carino! Andrò subito a dare un'occhiata!

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  5. Bellissimo articolo. Una guida davvero interessante. Se ti va passa a trovarci e scopri le offerte e la nuova collezione primavera estate 2015 di vestitini, vestiti corti, miniabiti e tanto altro…

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  6. Salve a tutte! Scrivo per chiedere aiuto..in verità sono disperata! A breve parteciperò ad un importante matrimonio e ho bisogno di un abito lungo perché si svolgerà la sera. ho 30 anni, sono mora e chiara di carnagione. Sono bassa 1.62cm, peso 49kg circa, ho una seconda abbondante e un sedere quasi inesistente. Non mi piacciono i colori troppo sgargianti e di cattivo gusto, come del resto la forma dell'abito...ho una forma a clessidra, non molto pronunciata. Ho giocato a pallavolo x anni per questo ho il trapezio un po' troppo pronunciato, che mi costringe a stare un leggermente col collo in avanti (insomma, non ho una perfetta linea di spalle). Per ultimo, non ho MAI indossato un abito lungo. Consigli???

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    1. Ciao! Potresti prendere un abito con corpetto sagomato, gonna a ruota e scollo off-shoulder! Avresti tutti i punti di forza in mostra e tutti i punti deboli "mascherati" dalle caratteristiche dell'abito! ;)

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