7.31.2012

Fall 2012/2013 trend: à la Garçonne

Da sinistra a destra: Hermés, Jean Paul Gaultier, Max Mara, Donna Karan, Viktor&Rolf.

Negli anni ’20 del Novecento, lo stile “à la Garçonne” fece il suo esplosivo ingresso nel mondo della moda, rivoluzionando definitivamente il modo di vestire delle donne francesi e – successivamente – della popolazione femminile mondiale.


7.26.2012

Fall 2012/2013 trend: Military

From left to right: John Galliano, Victoria Beckham (x3), Donna Karan, Burberry Prorsum, McQ, Dries Van Noten, McQ, Topshop Unique.


This fall military style is gonna rock your wardrobe! Army green (one of my favourite colours), camouflage prints, parkas, gaiters, double breast coats and jackets, capes, trench coats, bicker and heeled ankle boots, knee socks, military caps and wool berets, leather belts, gloves and pencil skirts will be the unidsputed leading garments - they are extremely fashion and, still, SO comfortable... A real deal!


7.20.2012

Fall 2012/2013 trend: Punk, Goth, Dark Lolita style

Jean Paul Gaultier
Marc Jacobs

This summer we witnessed the "pastel peplum invasion", but for next fall peplums are going to turn "dark".




7.19.2012

Fall 2012/2013 Zara Necklaces

Le maxi collane sono ormai diventate un must per ogni fashionista che si rispetti, ma il fascinio emanato da gioielli luccicanti cattura, da sempre, ogni donna. "Diamonds are a girl's best friends", cantava Marylin. Ma, come sappiamo, non tutte possiamo permetterci diamanti autentici, o gemme e metalli preziosi, o semplicemente pezzi di design (il modello Coachella - dal costo proibitivo - di Reminiscence mi rimarrà impresso nella mente per sempre).

Ebbene, è qui che le catene low cost entrano in gioco.

Spesso però ci entrano in punta di piedi, con risultati accettabili ma non particolarmente brillanti (sia per foggia che per qualità dei materiali). Stavolta invece Zara è entrata nel gioco a suon di fuochi d'artificio, proponendo collane gigantesche, ben rifinite (e che danno letteralmente spettacolo) a dei prezzi veramente irrisori!

Ecco le immagini delle mie preferite e relativi link.


7.18.2012

Giuseppe Ungaretti - In memoria

Giuseppe Ungaretti (a destra) nel 1918, dentro una trincea.
            Si chiamava
Moammed Sceab

            Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria

              Amò la Francia
e mutò nome

            Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascoltava la cantilena
del Corano
gustando un caffè

              E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono

            L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa

      Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una decomposta fiera

               E forse io solo
so ancora
che visse

Locvizza il 30 settembre 1916 [1]


La poesia ricorda Moammed Sceab, l’amico libanese di Ungaretti, conosciuto ad Alessandria d’Egitto e con cui il poeta fin da subito instaurò un intenso sodalizio personale, fatto soprattutto di discussioni politiche e letterarie. Come scrive lo stesso Ungaretti: “Era un ragazzo dalle idee chiare e prediligeva Baudelaire. L’altro suo autore era Nietzsche, che lo aveva addirittura soggiogato; io rimanevo fedele a Mallarmé e Leopardi”. Nel 1912 si trasferirono entrambi a Parigi, dove condivisero la difficile condizione dell’emigrato in terra straniera. Moammed si suicida nell’estate del 1913 e questa lirica ne celebra la memoria (come lo stesso titolo sta ad indicare). Riferimenti all’amico compaiono anche in altri testi ungarettiani legati alle varie fasi dell’Allegria, come in Chiaroscuro: “Mi è venuto a ritrovare / il mio compagno arabo / che s’è ucciso l’altra sera”; e nella poesia scritta in francese Roman Cinéma, dove Sceab viene descritto come un re che non poté sopravvivere in Occidente. La poesia In memoria apriva il Porto sepolto fin dall’edizione del 1916, dove fungeva da dedica premessa al volume. Con alcune varianti (intese soprattutto ad accentuare lo stile epigrafico e funerario) passò nella raccolta maggiore a partire dall’edizione del 1919. Qui, all’interno della sezione Il porto sepolto, la poesia In memoria è in rapporto di parallelismo con il testo conclusivo, intitolato Poesia, ugualmente indirizzato ad un amico del poeta, Ettore Serra.




7.17.2012

Fall 2012/2013 Colour trend: Purple is back!

This fall, purple is back in style with its most dense tones. That's how to wear them!

The easiest way is to wear a purple total look (including jewels, belt, bag and - yeah, why not? - a hat), but beware: overdoing is just around the corner.
You can combine black to purple to get a more rock and couture look. Just remember to hold in check different shades: don't match a too-soft purple with a not-too-bright black or your skin tone will look gloomy.
Boldest girls can dare the strongest match ever, the one meant for effect: purple + red (+ white). To rock a simple purple pencil dress, you will just need a small detail, like a bautiful pair of red pumps or a wide obi-belt.
Last but not least, the perfect match for a daily dynamic look: purple, brown and just a bit of orange (or mustard) to downplay the whole outfit.

Da sinistra a destra: Emporio Armani, Christian Dior, Alberta Ferretti, Givenchy, Rue du Mail, Prada, Comme des Garçons, Didit Hediprasetyo, Lanvin, Musso, Hugo Boss Black, Prada, Jean Paul Gaultier, Roksanda Ilincic, Alberta Ferretti.


Traduzione:


7.16.2012

Eugenio Montale - Upupa, ilare uccello calunniato


Upupa, ilare uccello calunniato (poesia di cui non rimane traccia nei manoscritti ma che, pur essendo senza data, può essere fatta risalire al 1924 a causa delle assonanze che la legano a Quasi una fantasia) fa parte della raccolta montaliana – dal forte impianto romanzesco – intitolata Ossi di seppia[1].
Questo volume narra, più o meno sistematicamente, le vicende di un io lirico che, dopo aver assaporato il miracolo (da intendere laicamente come il momento in cui le leggi di natura, interrompendosi, si fanno veicolo di un’accorata ricerca da parte dell’uomo, il quale desidera conoscere la causa, il senso e il fine assoluti della sua nascita e della sua vita) nei Limoni[2], cerca di riviverlo e, per questo, ambisce a farsi ciottolo del mare, ovvero desidera abbandonare ogni traccia d’identità personale per lasciarsi inglobare in un’entità più grande e assoluta.
Tuttavia questo io lirico, collezionando una serie di fallimenti (sempre maggiori) e di ineluttabili[3] ricadute nell’illusione, giungerà infine ad assumere un volto, una veste e un nome: quello di Arsenio[4]. Un’identità definita che, tuttavia, non gli impedirà di continuare a sperare – benché ora sia pienamente cosciente della sua irrealizzabilità – nel miracolo.
Ed è proprio nell’economia di questa trama (specificamente, nel momento in cui ormai il concetto di miracolo sembra essere stato del tutto rimosso) che si inserisce Upupa, ilare uccello calunniato, che, secondo l’interpretazione di T. Arvigo, dovrebbe essere considerata come un’icona attraverso la quale entra in gioco il meccanismo del “tempo sospeso”, che rappresenta la libertà del volere, la personificazione di quel misterioso stato di grazia che, secondo Schopenhauer, fa sì che finalmente – seppure per un attimo – la ruota di Issione si arresti. Icona che, peraltro, precede Sul muro grafito, la lirica che, presentando un’immagine di serenità nel presente e di speranza nel futuro, chiude l’eponima seconda sezione di Ossi di seppia.

TESTO

Upupa[5], ilare uccello calunniato
dai poeti, che roti la tua cresta
sopra l'aereo stollo del pollaio
e come un finto gallo giri al vento;
nunzio primaverile
[6], upupa, come
per te il tempo s'arresta,
non muore più il Febbraio,
come tutto di fuori si protende
al muover del tuo capo,
aligero folletto, e tu lo ignori
.



7.13.2012

Chistian Dior Haute Couture Fall 2012/2013


Ho apprezzato molto questa sfilata: linee pulite, modelli ultrafemminili e di facile vestibilità, eleganza adatta ad ogni momento della giornata (dall’ufficio alla serata di gala), colori classici, stampe non troppo invadenti, accessori semplici e raffinati.
È inoltre una collezione che si inserisce perfettamente (forse anche troppo perfettamente e con un po’ di ritardo rispetto alle collezioni SS 2012) nell’arco dei trend di stagione: décolletées a punta, peplum top, abiti bustier bon ton e splendidi cappotti sartoriali dall’allure ladylike; ma che non rinuncia alle sue proprie peculiarità (code di tessuto, scollature impeccabili, completi giacca-pantalone semplici solo all’apparenza).
Avrei solo alcune critiche da fare sugli abiti (passino pure i “fianconi” rialzati e ingigantiti, dato che potrebbero anche dare l’illusione ottica di gambe più lunghe, ma con le lunghezze midi, le t-shirt trasparenti e le “tettine a punta” – tornate alla ribalta con l’abitonuziale di Kate Middleton disegnato da Sarah Burton – non ci siamo proprio), sul make-up (quella pennellata quasi casuale di ombretto colorato non mi ha entusiasmato) e sulla location (non sono una fan delle passerelle non rialzate e strette tra le ginocchia di chi siede in front row – a tratti, le modelle che indossavano le gonne più voluminose non riuscivano nemmeno a passare! – avrei invece preferito una sfilata in esterna, magari in un parco).


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