Alla fine mi sono decisa a farlo.
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So che la mia opinione su come l’evento venga organizzato e gestito, sulla gente che vi prenda parte ogni volta, sul fatto del “rodeo” umano e via dicendo non è mai stata positiva.
Ma per Maison Martin Margiela si poteva anche fare un piccolo strappo alla regola.
A dire il vero volevo farlo piuttosto grande, questo strappo: partire prestissimo col treno e mettermi in fila prima che il negozio di Firenze aprisse così da riuscire a prendere il fantomatico braccialetto che permette di accedere per primi a tutta la collezione e farne razzia (l’unica razzia che mi interessasse fare, comunque, era quella del completo nero con giacca avvitata e pantalone a portafoglio con gamba larga). Ma il treno ha fatto ritardo: niente coda, e quindi niente braccialetto.
Non avendo mai partecipato ad eventi del genere, quando sono arrivata davanti al negozio e non ho trovato la ressa per entrare, mi sono stupita: che Firenze schifi MMM? Poco mi importava: volevo il completo! Sono entrata di corsa (ignorando completamente sia la piccola asiatica col grembiule bianco, sia il buttafuori che le stava vicino) e mi sono fiondata al piano di sotto.
Ho riconosciuto la foto del completo da chilometri di distanza.
Ma il fatto che riuscissi a vederla così chiaramente, voleva dire che non c’era tutta la folla che immaginavo (l’affluenza non era neanche lontanamente paragonabile a quella che generò la collezione di Versace! In quell’occasione, la “gente-del-giorno-dopo” – cioè quelli che, come me, sono andati in negozio solo la mattina dopo il lancio ufficiale – era più o meno quanta quella che ho visto ieri). Molti se ne stavano già andando con le buste bianche firmate Maison Martin Margiela PARIS H&M e io non vedevo l’ora di entrare (già, perché non bastava entrare nel negozio, bisognava entrare anche in una specie di recinto metallico dove pascolare allegramente con i capi della collezione) per toccare con mano quale fosse la reale qualità di quei capi.
Presa dalla foga e dall’incontenibile curiosità, però, ho trascurato un piccolo, minuscolo, oserei dire INSIGNIFICANTE, dettaglio: il braccialetto.
Non m’è passato neanche per l’anticamera del cervello che quel braccialetto servisse ancora: in fondo eravamo entrati tutti e io avevo sempre capito che il braccialetto lo davano solo a quelli che si mettevano in fila già a partire dalle prime luci dell’alba.
Poi ho iniziato a ricollegare i pezzi: la piccola asiatica, i diversi colori dei braccialetti, i grembiuli con stampa a rilievo, il recinto metallico, l’altoparlante che scandiva l’inizio e la fine dei turni, la “viabilità” deviata, ecc. Mi sono quasi letteralmente teletrasportata all’ingresso per prendere il mio braccialetto: un “buon” turno (proprio a metà dell’elenco dei turni), ma non eccezionale.
Per ingannare l’attesa, ho deciso allora di andare a
vedere la sezione uomo al primo piano, perché la collezione di Margiela non
aveva l’accesso limitato... Balle! Era limitato eccome: anche lì cancelli
metallici e buttafuori, ma almeno il bracciale non contava, contava solo l’ordine
in cui ti eri messo in fila.
A parte il solito che ci prova, che cioè, con molta non-chalance,
costeggia tutta la fila per scavalcarla (rimandato prontamente in coda sia dai
clienti che dal personale addetto), la velocità (o lentezza, dipende dai punti
di vista) con cui ci si avvicinava a quello spazietto di due metri per tre era
accettabile: vista la mancanza di limiti temporali (come invece è nel reparto
donna) si doveva però far affidamento sul buonsenso di chi era dentro (dato che
se non uscivano loro, nessun’altro poteva entrare).
Quando è stato il mio turno entrare ho valutato gli
accessori in pelle (cinture e scarpe) e le giacche (in pelle e blazer). Le rifiniture
erano molto buone e la pelle delle cinture era morbidissima. Le scarpe mi hanno
lasciata piacevolmente stupita: non erano “sformate” come appariva dalle foto
di catalogo, erano molto belle e la forma la definirei quasi classica. Peccato solo
per i colori poco sfruttabili nella realtà: beige,
nero-opaco-sporcato-da-polvere-di-gesso, bianco verniciato e crettato. Le
giacche di pelle con cinghie di varie tonalità di marrone erano meglio del
previsto e, viste indossate, non facevano quel terribile effetto patchwork che
ci si aspetterebbe; i blazer avevano linee interessanti e cuciture bianche a
vista davvero simpatiche; i gilet dipinti erano meravigliosi. I maglioni invece
troppo spessi e dispensatori di pelucchi.
Dopo l’interessante tour del risicato repertorio
maschile, sono ritornata di sotto per dare un’occhiata più accurata, anche se da
lontano, alla collezione di MMM: il completo non lo vedevo da nessuna parte (né
sotto la sua foto, né appeso su altre relle). Mancavano ancora diversi turni
prima che io potessi entrare (anche perché i turni duravano solo 10 minuti!),
perciò mi sono dedicata allo shopping “normale” frugando nella collezione “standard”
dell’H&M (e ho fatto anche qualche acquisto, tra cui le slippers in vernice
con tacco a stiletto e mappetti come le cercavo da tanto ma che avevo visto
prima solo su Asos e Diffusione tessile).
Stava finalmente per arrivare il mio turno e ho chiesto informazioni a una delle commesse: il completo che cercavo era finito prima ancora del termine del secondo turno di braccialetti. Sfiga.
Lo so che non sono di Margiela with H&M, ma le trovo comunque bellissime e quindi mi faceva piacere condividerle! |
Stava finalmente per arrivare il mio turno e ho chiesto informazioni a una delle commesse: il completo che cercavo era finito prima ancora del termine del secondo turno di braccialetti. Sfiga.
Allora che fare? Tanta fila per nulla? Al diavolo, mi sono detta, entro e provo tutto quello che mi piace
anche solo un minimo. Mi sono posizionata davanti alla sbarra elastica e ho
atteso che l’altoparlante dichiarasse aperto il mio turno. Sono entrata
puntando la giacca sagomata beige (per intenderci, quella con “prese d’aria”
sotto le ascelle) e, dato che era posizionata vicino all’abito nero asimmetrico,
ho preso anche quello. Poi mi sono diretta al reparto accessori: borsa con
manico-guanti, collana-montatura-di-orologio, décolleté rosse con zeppa in
plexi, stivali marroni al ginocchio con zeppa in plexi. Le collane con ciocche
di capelli le ho lasciate lì perché erano una via di mezzo tra il tutto (cioè
la giacca interamente ricoperta di capelli) e il niente politically correct (un ciondolino come quello potevo farmelo pure
usando i miei, di capelli).
Con alle spalle la mia fida commessa (per una volta ne ho trovata una gentile e servizievole!), ho preso altri vestiti ancora: il pantalone grigio con gonna sopra, quello verde con cuciture centrali a vista e gancio metallico nella zona della caviglia, la gonna blu ripresa da un lato (non le avrei dato un euro di fiducia) e il body color carne con reggiseno nero.
Finito il turno, mi hanno tagliato il braccialetto e m’hanno
accompagnato in camerino.
Una breve carrellata delle mie impressioni sui capi che
ho effettivamente toccato con mano e indossato:
1. Il body color carne con reggiseno trompe l’ œil.
Trompe l’œil un par de ciufoli! Il reggiseno
era microscopico ma imbottito a tal punto da fare una seconda anche al capo
stesso, senza che nessuno lo indossasse. Una volta provato mi ha delusa ancora
di più: non valorizzava nessun punto del corpo e, anzi, svalorizzava tantissimo
il seno.
2. La borsa con manico-guanti.
Adorabile. Era uno degli accessori che volevo
assolutamente, ma una volta vista dal vivo c’ho ripensato. Era incredibilmente
rigida e fin troppo sottile: non riuscivo ad infilarci neanche il cellulare
senza che si creassero fastidiose bozze sulla pelle del retro.
3. I pantaloni grigi con gonna.
Li ho provati convinta che non fossero elasticizzati. Invece
lo erano e non valorizzavano minimamente i fianchi, anzi, li facevano sembrare
pure più grossi e tondeggianti. Le gambe invece sembravano due moncherini posticci infilati
sotto la gonna.
4. Le décolleté rosse con zeppa in plexi.
Le ADORO. Sono fantastiche, bellissime e pure molto
comode! L’effetto del tacco trasparente è meraviglioso e il punto di rosso è
davvero vivace! Ottimo acquisto!
5. La gonna asimmetrica.
Come già detto, non le avrei dato un euro di fiducia:
credevo sarebbe stata la solita gonna al ginocchio che distorce le gambe e
allarga i fianchi (e non l'avrei mai provata se - vedendo l'ultima sullo stand, per di più della mia taglia - non mi fosse venuto in mente un massì, proviamo!). Invece è stato amore! Cade benissimo sui punti più critici
e, avendo due lunghezze diverse sui lati, scopre il polpaccio quanto basta per
mostrarne la forma.
6. Gli stivali con zeppa in plexi.
Erano davvero belli. E comodi. Molto comodi. Ma cavolo,
299 euro erano un pochino troppi. L’abbinamento
t-shirt nera semplice + gonna blu asimmetrica + stivali marroni con zeppa in
plexi me lo sognerò ancora a lungo: è stato del tutto fortuito (non amo
accostare il nero al blu, ma visto che avevo fretta ho tenuto la maglietta con
cui ero arrivata, la gonna che avevo provato e ho infilato gli stivali al volo)
eppure veramente d’effetto! È stato un peccato doverli lasciare in negozio.
7. l’abito asimmetrico.
Io l’ho provato in nero ma non ne sono rimasta molto
colpita, forse perché ho faticato un po’ a capire quale fosse il punto dove
infilare la testa, forse perché nel camerino si friggeva dal caldo (e io mi
innervosisco subito quand’è così) o forse perché non cadeva come speravo. Sta di
fatto che l’ho lasciato lì e, come me, molte altre donne.
8. La shopper beige.
Questa borsa è stato forse il più grande flop delle ultime
collaborazioni create da H&M. È larga e ha un bel pellame, ma il fondo è
inchiodato sul lato quindi NON si può aprire del tutto: resta piatta.Appese ce n’erano decine e decine. Peccato.
9. La collana montatura-di-orologio.
10. La giacca sagomata.
Una ri-edizione davvero ben riuscita. Veste da dio, valorizza quello che deve valorizzare e nasconde i difetti. Il tessuto tecnico in cui è realizzata la rende ideale anche per farne un uso quotidiano.
Una ri-edizione davvero ben riuscita. Veste da dio, valorizza quello che deve valorizzare e nasconde i difetti. Il tessuto tecnico in cui è realizzata la rende ideale anche per farne un uso quotidiano.
11. Il pantalone “a rovescio”.
Bella stoffa, forma interessante e dettagli ricercati. Ma
ingrossavano troppo le gambe. Quindi l’ho riconsegnato alla commessa senza
perderci un minuto di sonno.Avrei voluto provare anche il maglione oversized (latte o blu non faceva differenza, mi piacevano entrambi), la giacca in pelle destrutturata e quella in suede ma quando è arrivato il mio turno erano sparite. E forse avrei dovuto dare una possibilità pure all'abito lungo trompe l'œil perché il tessuto cadeva molto bene (ma non ero convintissima della posizione della stampa)!
Per quanto riguarda le mie considerazioni personali sulla collezione, devo dire che dal vivo i capi non erano affatto male: quelli in pelle erano ben rifiniti, le cuciture degli altri erano salde e precise, i dettagli ben curati, e via dicendo. La vestibilità rispecchiava molto (anche se non sempre, come nel già citato caso dei pantaloni grigi) le aspettative ingenerate dal lookbook e dalla campagna pubblicitaria. I materiali erano vari ma comunque buoni e, almeno all’apparenza (visto che la “prova su strada” non gliel’ho ancora fatta), resistenti.
Pure il personale che avevano assunto era tutto, stranamente, molto gentile.
Ma devo ammettere che mi sarei aspettata qualcosa in più da Maison Martin Margiel: un po’ più asimmetria, maggiore strutturalità, una più ampia varietà di scarpe e stivali, ecc.
Tra i capi scelti per la ri-edizione ce n’erano alcuni, a mio sindacabilissimo giudizio, non abbastanza iconici da essere assurti a simbolo della maison; mentre altri li definirei “i grandi assenti”.
L’ultima cosa che mi sento di scrivere è una domanda a
cui non so dare risposta: mentre ero in fila ho ascoltato alcuni dei discorsi
delle persone attorno a me. Più del 70% non sapevano neanche chi fosse Martin
Margiela, che cosa avesse mai fatto nella sua vita, quali fossero stati i suoi
capi iconici e nemmeno se lavorasse ancora come stilista per la maison.
Quello che mi chiedo, dunque, è: perché sopportare ore e ore di attesa per vedere capi di una casa di
moda che neanche si conosce?
Giuro, nessun intento polemico, solo la voglia di capire
(perché, onestamente, 4 ore di fila indiavolata per accaparrarmi qualcosa di un
tizio che manco conosco io non me le farei).
Detto questo, caro il mio H&M, ci risentiamo per la prossima collaborazione!
Ma, nel frattempo... Posso suggerire Dolce&Gabbana come nuovi partner?
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PS: Ci tengo a specificare che i giudizi qui espressi non riguardano l'opera visionaria di Martin Margiela o del gruppo che l'ha sotituito dopo l'abbandono nel 2009. Il mio post è volto a giudicare esclusivamente la qualità dei capi, la loro vestibilità e il rapporto qualità/prezzo.
I prodotti di Maison Martin Margiela sono opere d'arte sotto ogni punto di vista e, in questo caso, io mi sono limitata ad una lettura iconografica (non iconologica).
Se invece volete leggere una storia della Maison o scoprire il maggior numero di dettagli possibile sui capi in riedizione,
vi consiglio questo post di The Fashion Commentator.
PS: Ci tengo a specificare che i giudizi qui espressi non riguardano l'opera visionaria di Martin Margiela o del gruppo che l'ha sotituito dopo l'abbandono nel 2009. Il mio post è volto a giudicare esclusivamente la qualità dei capi, la loro vestibilità e il rapporto qualità/prezzo.
I prodotti di Maison Martin Margiela sono opere d'arte sotto ogni punto di vista e, in questo caso, io mi sono limitata ad una lettura iconografica (non iconologica).
Se invece volete leggere una storia della Maison o scoprire il maggior numero di dettagli possibile sui capi in riedizione,
vi consiglio questo post di The Fashion Commentator.
La risposta te la do io, la gente vuole quello che qualcun altro (cioè giornali, blogger, etc) gli dice che deve volere. Purtroppo funziona così. Secondo me molta gente non sapeva neanche chi fossero Viktor&Rolf... Magari tra un po' di anni questi pezzi saranno da collezione, chi lo sa? Dolce&Gabbana... quanto pizzo nero da vedova sexy! Non sarebbe male...
RispondiEliminaDevo essere sincera, la copertura mediatica che arriva qui da noi è molto minore quindi non mi rendo conto di quanto questo aspetto possa influire sulle opinioni altrui. E non so nemmeno se tra dieci, venti o trent'anni questi capi saranno ancora considerati da collezione, ma adesso come adesso lo sono già: ho dato un'occhiata su ebay stamattina in cerca della mia adorata GIACCA IN LANA e dei PANTALONI abbinati, ma i prezzi su offerta sono già stellari.
EliminaSe H&M collaborasse con Dolce&Gabbana, secondo me, toccherebbe di nuovo i picchi di affluenza avuti con Versace!
Resoconto davvero molto iteressante! Dai alla fine non ti è andata male e sei riuscita a portare a casa parecchi pezzi!
RispondiEliminaSulle scarpe il plexi leggo troppi pareri discordanti sulla loro effettiva comodità o meno! Chissà...è proprio molto soggettivo. Dolce e Gabbana? Magari!!!!
Grazie mille! :D In effetti sì, alla fine ho preso diversi capi ma quel completo continuo a sognarmelo la notte! Peccato... Sulle scarpe, invece, c'è da fare una piccola premessa: io indosso solo tacchi, quindi è piuttosto logico che mi trovi a mio agio sopra una zeppa (che sia in plexi, in corda o in sughero). Ma queste décolleté mi sembrano proprio comode! Ho dovuto prendere un numero in più però, perché il mio solito (il 37) era troppo corto!
EliminaMa le scarpe in plexi sono comode quindi?
RispondiEliminaLe avevo provate anche io perché erano davvero bellissime ma mi sembravano delle trappole mortali! :D
Io le ho trovate comodissime (la zeppa non è poi così sottile come sembra) e, a dirla tutta, se il prezzo me l'avesse consentito, avrei addirittura preso gli stivali con la zeppa in plexi come calzatura "comoda-da-tutti-i-giorni"! La pelle era molto morbida e sulla gamba facevano proprio un bell'effetto! :'(
Eliminaeccomi :) a me sinceramente questa collezione non piace >.<
RispondiEliminati aspetto da me ;)
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Io ammetto di aver vissuto fasi alterne: contentissima appena ho saputo della collaborazione, interdetta dal mega-piumino stile Björk ma euforica quando ho visto le campagna pubblicitaria, dubbiosa quando sono usciti online tutti i capi indossati da quel manichino bianco un po' triste e poi nuovamente contentissima quando ho potuto constatare di persona che la qualità dei capi era davvero buona e che rendevano molto meglio su una persona in carne e ossa!
EliminaCosa non ti è piaciuto? O, meglio, cosa ti saresti aspettata?
Anche io sono andata e postato al riguardo!!! Molto carino il tuo blog, inizio a seguirti con piacere, ricambia se ti va!!! xoxo
RispondiEliminawww.rockandfrock.com
Grazie per il commento! Passo subito a leggere il tuo resoconto, sono curiosa! :D
Elimina..non ho idea perche' il primo commento sia sparito nel nulla, comunque era solo per dirti che anche io sono rimasta piacevolmente colpita dalla qualita' della collezione, che si', un po' difficile e non adatta a tutti i fisici, ma d'altra parte e' una caratteristica stilistica di questo designer!
RispondiElimina...io gli stivali marroni fossi stata in te non li avrei mollati.. ritengo che valgano il prezzo ;)
Bacio e buona domenica!
Grazie per averlo ripostato! :D
EliminaSono rimasta piacevolmente colpita dai capi una volta visti dal vivo e devo dire che più passa e più vorrei acquistare anche molti altri articoli! Secondo me è una di quelle collezioni che si amano sempre di più nel tempo.
Gli stivali... Valgono il prezzo, è vero, ma sforavano troppo il mio budget :'( Confido nei saldi! ^^
Buona domenica anche a te!
A me piacevano le sneakers ;) Reb, xoxo.
RispondiElimina*Nuovo post sul mio blog, fammi sapere cosa ne pensi:
http://www.toprebel.com/2012/11/with-my-kate-ruby-wine-by-liujo.html
Io invece le ho trovate un pochino banali, già viste...
EliminaGrazie Lala, vengo subito a dare un'occhiata! :)
RispondiElimina