Da sinistra a destra: Hermés, Jean Paul Gaultier, Max Mara, Donna Karan, Viktor&Rolf.
Negli anni ’20 del Novecento, lo stile “à la Garçonne” fece il suo esplosivo ingresso nel mondo della moda, rivoluzionando definitivamente il modo di vestire delle donne francesi e – successivamente – della popolazione femminile mondiale.
Una prima scintilla di cambiamento si colse col libro epocale “La garçonne” di Victor Margueritte (1922), la cui protagonista, dopo aver scoperto i tradimenti da parte del fidanzato, decide di assumerne non solo il guardaroba, ma anche i costumi sociali. Ma la vera artefice della rivoluzione fu la brillante Gabrielle Bonheur Chanel, detta “Coco”, che nel 1924 propose un tipo di abbigliamento più semplice e sbarazzino, fatto di bluse dai volumi fluidi e gonne a pieghe atte a lasciare scoperte le gambe. A completare il tutto, capelli dal taglio corto e spigliato, che man mano assunsero caratteristiche sempre più maschili, al punto da far percepire la garçonne (l’indipendente maschiaccia che dal romanzo di Margueritte aveva derivato il suo titolo) come una donna forte, truccata appena, barricata dentro tailleur maschili, camicie e cravatte.
Avveniva così il passaggio dallo stile “Flapper” degli anni ‘20 a quello (definibile col termine “Tomboy”) degli anni ‘30.
Dopo quasi un secolo, lo stile da maschiaccia torna sulle passerelle mondiali con più forza che mai.
Ad accentuare il contrasto tra maschile e femminile sono i capelli: lunghi, ondulati, sciolti o raccolti in una raffinata coda laterale. Altrimenti, il classico dei classici: capelli corti da uomo (magari resi più lucenti con del gel e orientati verso il retro della nuca) o caschetti al limite dell’androginia.
La più grande differenza col passato è invece rappresentata dalle scarpe: niente più tacchi bassi, ma solo pumps altissime o stivaletti con plateau.
Infine, gli irrinunciabili punti chiave per un perfetto stile à la Garçonne: giacca, cravatta e cappello.
Da sinistra a destra: Ralph Lauren (x2), Haider Ackermann, Donna Karan, Viktor&Rolf, Roccobarocco, Ralph Lauren, Giorgio Armani, Jean Paul Gaultier, Roccobarocco, Max Mara.
Secondo me questo trend fa scena in passerella, ma nella vita reale lo trovo abbastanza brutto, nel senso che dona a poche donne, ed è difficile creare un bel look se non si ha la possibilità di comprare abiti di alta qualità e ben tagliati. Credo anche che se lo possano permettere soprattutto donne abbastanza alte.
RispondiEliminaLa qualità dei materiali e del taglio dei modelli è davvero importante quando si parla di stile alla Garçonne, ma non credo sia decisiva al 100%. Credo invece che molto dipenda dall'atteggiamento di chi indossa questo tipo di abiti, dal gusto e dalla consapevolezza che quella stessa persona ha del suo corpo (per fare un esempio: la lunga giacca doppiopetto di Armani è il male assoluto se indossata da una persona bassa e con fianchi molto prosperosi, a cui invece starebbe meglio la proposta in due pezzi di Roccobarocco, più adatta ad esaltare le curve giuste e a mascherare quelle "sbagliate").
EliminaInsomma, è uno dei miei stili preferiti, sia sulla passerella che nella vita reale ^^
Direi che l'atteggiamento conta sempre molto, alla fin fine io credo nel "non è mai cosa, ma chi", penso che valga in quasi ogni occasione. Ad esempio una donna come Tilda Swinton riesce a portare abiti che a donne molto più belle di lei starebbero male... Tu che ne pensi?
EliminaIo ADORO Tilda Swinton! Nessun'altra donna al mondo riesce a portare capi difficili tipo quelli di Haider Ackermann (stilista che adoro) come lei! Un esempio tra i tanti: Tilda ai Golden Globe Awards http://backseatstylers.com/wp-content/uploads/2012/01/Tilda-Swinton-in-Haider-Ackermann-at-Golden-Globes-2012.jpg
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