Un paio d’anni fa, dopo aver visto l’ennesima torta-scultura
mastodontica di Buddy, il Boss delle
Torte, mi sono detta: perché non
provarci? In fondo era Natale e in quel periodo dell’anno si trova di
tutto, specialmente per fare dolci!
Armata di computer e buona volontà, ho iniziato la mia
ricerca su internet per individuare la più affidabile tra le tantissime ricette
per la pasta di zucchero. Ne ho trovata quasi subito una che mi sembrava
davvero ottima, l’ho scaricata e stampata. Gli ingredienti erano pochissimi e tutti di
uso comune. Tutti tranne uno: il glucosio.
Dalle reminiscenze della chimica fatta al liceo sapevo
che era zucchero, quindi non ci ho pensato due volte: mi sono fiondata al
supermercato più vicino e ne ho chiesto un barattolo al primo commesso che ho
incrociato.
“Cosa scusa?”
“Glucosio”.
“No no, cercavo proprio il glucosio!”
“Allora no, mi dispiace. Ma sei sicura che non sia
fruttosio, eh?”
-.-
Nulla di fatto, insomma. Ma non mi sono certo lasciata
abbattere e ho continuato la mia caccia al glucosio. Peccato però che la scena
si sia ripetuta sempre uguale in almeno altri 3 supermercati e l’idea di andarlo
a prendere in farmacia (ehm… l’ho scoperto solo ieri che il glucosio si vende
anche in farmacia ^^’) non mi fosse passata neanche per l’anticamera del cervello.
Ero sul punto di rinunciare quando ho avuto un’ultima
illuminazione. O la va o la spacca. Quando
sono arrivata al negozio e la ragazza addetta al settore dolci mi ha detto “Glucosio? Certo! Quanto te ne serve?” volevo
abbracciarla!
Tiro fuori un foglietto mezzo spiegazzato da una delle
immense tasche della borsa, leggo la lista degli ingredienti e, con l’aria di
chi dopo giorni nel deserto potrà finalmente gustare un sorso d’acqua purissima,
le dico “50 grammi”.
La vedo perplessa, quasi in difficoltà. Ma il mio
entusiasmo è tanto che non basta l’espressione di dubbio sul viso di una
commessa per abbatterlo!
“Beh, ecco, noi lo vendiamo in fustini”.
“Ok, bene” – le dico io, convinta che i fustini fossero come quelli dei frutti
di bosco, da massimo 500 grammi.
“Ehm… Il più piccolo pesa dieci kili”.
“Ah…”
Dieci kili di glucosio sarebbero andati a male prima
ancora di aver avuto la possibilità di impiegarne 200 grammi. A quel punto non
potevo far altro che rinunciare.
Una foto che ho fatto all'allestimento prima che iniziasse il laboratorio e postata sulla mia pagina facebook.
Dopo quella ricerca infruttuosa ho deciso di lasciar
proprio perdere e dedicarmi a dolci un po’ meno artistici ma almeno altrettanto
buoni. Però poi, quando le commesse della Thun di Collestrada mi hanno proposto
di prendere parte ad un laboratorio con una Cake Designer per ricreare i
classici coniglietti dell’azienda in pasta di zucchero, la mia curiosità ha
avuto il sopravvento: va bene che non m’era riuscito di comprare il glucosio, ma
almeno dovevo fare una prova e toccarla (letteralmente) con mano! Quindi ho
accettato.
L’incontro era fissato per ieri pomeriggio alle 16.30 e
la nostra insegnante era Laura Colaiacovo, insegnante dalle molteplici esperienze in campo culinario, attualmente impegnata anche in un progetto televisivo: "La Casa delle Cuoche".
L’obiettivo: ricreare un coniglietto che avesse almeno le
vaghe sembianze di un coniglietto!
Laura ci ha spiegato come fare la pasta di zucchero (e –
cosa più importante per me – come usare la stramaledettissima colla di pesce),
dandoci anche una dimostrazione “live”.
Poi ci ha detto di iniziare a lavorare i nostri panetti per
renderli il più morbidi possibile mentre lei ci mostrava come modellare un
coniglietto ispirato a quello della Thun.
Beh, io ho seguito le istruzioni alla lettera, forse un
pochino troppo alla lettera: ho iniziato a impastare, impastare, impastare,
impastare... Ho impastato talmente tanto che la pasta di zucchero era diventata
quasi incandescente e quando l’ho poggiata sul piano di lavoro per fare il
corpo sembrava un blob dotato di volontà propria! Io la disponevo a forma di
cilindro per poter poi modellare le zampette e lei scivolava sempre di più, si
appiattiva in cima e si allargava sul fondo. Insomma, il primo dei miei due
coniglietti è venuto davvero culone, invece per la seconda (sì, ho fatto una
coniglietta con tanto di fiocchetto tra le orecchie) ho lasciato che la pasta
di zucchero si stabilizzasse un pochino di più prima di rimetterci mano e infatti
sono poi riuscita a modellarla più facilmente.
Per essere la mia prima volta, devo ammettere che pensavo
peggio! I coniglietti non erano poi così simili agli originali ma sembravano
comunque conigli e già quello è un traguardo. Inoltre devo ammettere che mi
sono davvero divertita a modellarli, quasi più della bambina di otto-nove anni
che stava lavorando a poca distanza da me!
I miei due coniglietti di pasta di zucchero insieme ad altri coniglietti Thun.
[1] Alla
mania di dire “non esiste” al posto
della vera risposta (che può variare da “io
non lo conosco” o “non ce l’abbiamo
in negozio” a “è già finito, quindi
cerco di venderti altro”) dovrei forse dedicare un intero post, visto
quanto è diffusa tra i negozianti della mia zona. Ma per stavolta lascerò
perdere.
Complimenti, sono proprio belli questi coniglietti... molto brava... ti seguo... se vuoi ti ho taggata per un premio... ;-)http://chezlakine.blogspot.it/2013/04/liebster-blog-award.html
RispondiEliminaGrazie mille! :D Sia del commento che per il premio!
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