3.24.2013

La mia prima esperienza di Cake Design con Thun e "La Casa delle Cuoche"



Un paio d’anni fa, dopo aver visto l’ennesima torta-scultura mastodontica di Buddy, il Boss delle Torte, mi sono detta: perché non provarci? In fondo era Natale e in quel periodo dell’anno si trova di tutto, specialmente per fare dolci!
Armata di computer e buona volontà, ho iniziato la mia ricerca su internet per individuare la più affidabile tra le tantissime ricette per la pasta di zucchero. Ne ho trovata quasi subito una che mi sembrava davvero ottima, l’ho scaricata e stampata.  Gli ingredienti erano pochissimi e tutti di uso comune. Tutti tranne uno: il glucosio.
Dalle reminiscenze della chimica fatta al liceo sapevo che era zucchero, quindi non ci ho pensato due volte: mi sono fiondata al supermercato più vicino e ne ho chiesto un barattolo al primo commesso che ho incrociato.
“Cosa scusa?”
“Glucosio”.
“Ma non credo che esista[1], forse volevi dire fruttosio”.
“No no, cercavo proprio il glucosio!”
“Allora no, mi dispiace. Ma sei sicura che non sia fruttosio, eh?”
-.-
Nulla di fatto, insomma. Ma non mi sono certo lasciata abbattere e ho continuato la mia caccia al glucosio. Peccato però che la scena si sia ripetuta sempre uguale in almeno altri 3 supermercati e l’idea di andarlo a prendere in farmacia (ehm… l’ho scoperto solo ieri che il glucosio si vende anche in farmacia ^^’) non mi fosse passata neanche per l’anticamera del cervello.
Ero sul punto di rinunciare quando ho avuto un’ultima illuminazione. O la va o la spacca. Quando sono arrivata al negozio e la ragazza addetta al settore dolci mi ha detto “Glucosio? Certo! Quanto te ne serve?” volevo abbracciarla!
Tiro fuori un foglietto mezzo spiegazzato da una delle immense tasche della borsa, leggo la lista degli ingredienti e, con l’aria di chi dopo giorni nel deserto potrà finalmente gustare un sorso d’acqua purissima, le dico “50 grammi”.
La vedo perplessa, quasi in difficoltà. Ma il mio entusiasmo è tanto che non basta l’espressione di dubbio sul viso di una commessa per abbatterlo!
“Beh, ecco, noi lo vendiamo in fustini”.
“Ok, bene” – le dico io, convinta che i fustini fossero come quelli dei frutti di bosco, da massimo 500 grammi.
“Ehm… Il più piccolo pesa dieci kili”.
“Ah…”
Dieci kili di glucosio sarebbero andati a male prima ancora di aver avuto la possibilità di impiegarne 200 grammi. A quel punto non potevo far altro che rinunciare.

Una foto che ho fatto all'allestimento prima che iniziasse il laboratorio e postata sulla mia pagina facebook.

Dopo quella ricerca infruttuosa ho deciso di lasciar proprio perdere e dedicarmi a dolci un po’ meno artistici ma almeno altrettanto buoni. Però poi, quando le commesse della Thun di Collestrada mi hanno proposto di prendere parte ad un laboratorio con una Cake Designer per ricreare i classici coniglietti dell’azienda in pasta di zucchero, la mia curiosità ha avuto il sopravvento: va bene che non m’era riuscito di comprare il glucosio, ma almeno dovevo fare una prova e toccarla (letteralmente) con mano! Quindi ho accettato.
L’incontro era fissato per ieri pomeriggio alle 16.30 e la nostra insegnante era Laura Colaiacovo, insegnante dalle molteplici esperienze in campo culinario, attualmente impegnata anche in un progetto televisivo: "La Casa delle Cuoche".
L’obiettivo: ricreare un coniglietto che avesse almeno le vaghe sembianze di un coniglietto!


Laura ci ha spiegato come fare la pasta di zucchero (e – cosa più importante per me – come usare la stramaledettissima colla di pesce), dandoci anche una dimostrazione “live”.
Poi ci ha detto di iniziare a lavorare i nostri panetti per renderli il più morbidi possibile mentre lei ci mostrava come modellare un coniglietto ispirato a quello della Thun.
Beh, io ho seguito le istruzioni alla lettera, forse un pochino troppo alla lettera: ho iniziato a impastare, impastare, impastare, impastare... Ho impastato talmente tanto che la pasta di zucchero era diventata quasi incandescente e quando l’ho poggiata sul piano di lavoro per fare il corpo sembrava un blob dotato di volontà propria! Io la disponevo a forma di cilindro per poter poi modellare le zampette e lei scivolava sempre di più, si appiattiva in cima e si allargava sul fondo. Insomma, il primo dei miei due coniglietti è venuto davvero culone, invece per la seconda (sì, ho fatto una coniglietta con tanto di fiocchetto tra le orecchie) ho lasciato che la pasta di zucchero si stabilizzasse un pochino di più prima di rimetterci mano e infatti sono poi riuscita a modellarla più facilmente.


Per essere la mia prima volta, devo ammettere che pensavo peggio! I coniglietti non erano poi così simili agli originali ma sembravano comunque conigli e già quello è un traguardo. Inoltre devo ammettere che mi sono davvero divertita a modellarli, quasi più della bambina di otto-nove anni che stava lavorando a poca distanza da me!

I miei due coniglietti di pasta di zucchero insieme ad altri coniglietti Thun.







[1] Alla mania di dire “non esiste” al posto della vera risposta (che può variare da “io non lo conosco” o “non ce l’abbiamo in negozio” a “è già finito, quindi cerco di venderti altro”) dovrei forse dedicare un intero post, visto quanto è diffusa tra i negozianti della mia zona. Ma per stavolta lascerò perdere.

2 commenti:

  1. Complimenti, sono proprio belli questi coniglietti... molto brava... ti seguo... se vuoi ti ho taggata per un premio... ;-)http://chezlakine.blogspot.it/2013/04/liebster-blog-award.html

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