11.02.2012

La Fiera dei Morti 2012


La “Fiera dei Morti” di Perugia è una manifestazione popolare nata in epoca medioevale e di cui si conservano testimonianze scritte fin dal 1260, quando ancora il suo nome era “Fiera di Ognissanti”. Solo a partire dal Seicento venne chiamata “dei defunti” e, nell’Ottocento, acquisì la denominazione attuale.
Inizialmente prevedeva giochi di antica tradizione come la caccia al toro, la corsa del’anello, attività circensi, la corsa del palio o la quintana. Ma col passare del tempo la natura ludica andò quasi completamente esaurendosi (tanto che oggi se ne conserva traccia solo nei “Baracconi”, ovvero nel luna park che si installa quasi contemporaneamente alla Fiera e nell’area adiacente), lasciando spazio ad una vena più prettamente commerciale. Man mano che il successo dell’evento aumentava e la domanda commerciale cresceva, l’offerta pensò bene di orientare la scelta dei prodotti verso quelli tipici regionali (non solo umbri, ma anche di zone limitrofe come la Toscana e le Marche), rari e di provenienza non solo locale (tanto che quest’anno sono ben sei le città gemelle: Aix en Provence, Bratislava, Potsdam, Grand Rapids, Seattle e Tubingen).
Ancora oggi la “Fiera dei Morti” attrae buona parte della popolazione umbra (è difficile che un perugino non faccia almeno un salto veloce alla Fiera e non acquisti qualcosa) perché è vista e tenuta in grande considerazione come tradizione di famiglia; inoltre ha sviluppato una notevole rilevanza turistica, entrando a pieno di diritto nel calendario delle grandi manifestazioni della città.
Come è chiaro da questa breve premessa, la “Fiera dei Morti”  è anche per me una tradizione immancabile e proprio stamattina ho deciso di passarci un paio di ore (piccolo consiglio: se volete andarci, che NON vi venga in mente di farlo dalle 11 in poi! Trovare un parcheggio a quell’ora è un’impresa talmente impossibile che neanche Tom Cruise potrebbe farcela. Per di più, non riuscireste nemmeno a camminare tra le varie file e traverse, ma verreste lentamente trascinati da una fiumana di persone).
Rispetto a quella dell’anno scorso (eh, lo ammetto… alla Fiera del 2011 avevo comprato qualcosa giusto per tradizione, appunto) ho trovato proposte molto più interessanti, colorate e accattivanti, perciò fermarsi ai vari banchi era un piacere (per non parlare, poi, di quelli che vendevano profumatissimi prodotti alimentari, tipici e non). Per certi aspetti, la Fiera di quest’anno mi ha ricordato la vivacità dei mercati di fiori austriaci, le vie invernali delle città italiane pervase dal profumo di caldarroste, le atmosfere della periferia ungherese, i profumi di lavanda e mughetto tipici delle case delle nonne, i colori di paesaggi fantastici e onirici un po’ alla Willy Wonka e la Fabbrica di cioccolato, gli ambienti di montagna resi accoglienti dal calore del legno lavorato a mano e molto altro. Insomma, una bella esperienza da vivere con le persone care e che consiglio vivamente a chiunque non ci sia mai stato.
E, per darvi un assaggio di ciò che potreste trovare, ecco alcuni scatti colorati e senza pretesi fatti stamattina.



  







4 commenti:

  1. quelle spazzole sono fantastiche!!!! peccato che avendo i capelli ricci non le userei...

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  2. Piacciono molto anche a me e mi fanno venire in mente il tardo Ottocento! :D

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  3. Ti dirò che sono "approdata" da te da FB, seguendo una segnalazione del post dei pantaloni (utilissimo, grazie, molto interessante, tutte cose a cui non avevo mai pensato!).
    Però trovare questo è stata una graditissima sorpresa, io sono perugina ma vivo a roma per obbligo lavorativo. Che nostalgia, grazie! :)

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    1. Ciao Michela! Mi fa piacere che tu abbia trovato utile il post sui pantaloni e mi fa ancora più piacere averti suscitato un po' di nostalgia per la Fiera! :D

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