7.13.2012

Chistian Dior Haute Couture Fall 2012/2013


Ho apprezzato molto questa sfilata: linee pulite, modelli ultrafemminili e di facile vestibilità, eleganza adatta ad ogni momento della giornata (dall’ufficio alla serata di gala), colori classici, stampe non troppo invadenti, accessori semplici e raffinati.
È inoltre una collezione che si inserisce perfettamente (forse anche troppo perfettamente e con un po’ di ritardo rispetto alle collezioni SS 2012) nell’arco dei trend di stagione: décolletées a punta, peplum top, abiti bustier bon ton e splendidi cappotti sartoriali dall’allure ladylike; ma che non rinuncia alle sue proprie peculiarità (code di tessuto, scollature impeccabili, completi giacca-pantalone semplici solo all’apparenza).
Avrei solo alcune critiche da fare sugli abiti (passino pure i “fianconi” rialzati e ingigantiti, dato che potrebbero anche dare l’illusione ottica di gambe più lunghe, ma con le lunghezze midi, le t-shirt trasparenti e le “tettine a punta” – tornate alla ribalta con l’abitonuziale di Kate Middleton disegnato da Sarah Burton – non ci siamo proprio), sul make-up (quella pennellata quasi casuale di ombretto colorato non mi ha entusiasmato) e sulla location (non sono una fan delle passerelle non rialzate e strette tra le ginocchia di chi siede in front row – a tratti, le modelle che indossavano le gonne più voluminose non riuscivano nemmeno a passare! – avrei invece preferito una sfilata in esterna, magari in un parco).




 

Raf Simons ha davvero fatto un ottimo lavoro con questa collezione pret-a-porter di Jil Sander. E ora che l’abbiamo vista, quando arriva quella Haute Couture di Dior?


A parte gli scherzi, sarà l’amore per lo stile di Galliano a farmi parlare così, ma devo ammettere che mi aspettavo davvero qualcosa di più da questa sfilata!
La differenza con una di ready-to-wear è minima (quasi inesistente) e le lunghezze scelte per gli abiti non le capisco.
Certo, queste creazioni sono sicuramente più “portabili” rispetto a quelle che disegnava Galliano (e probabilmente verranno indossate da molte più celebrità sul tappeto rosso), ma, almeno secondo me, non sono (tutte) di Alta Moda: la sartorialità è una parte fondamentale di una sfilata di Haute Couture, ma non deve assolutamente essere l’unica. Serve infatti anche una spiccata componente artistica che qui mi è mancata: ho ancora negli occhi (e nel cuore) la collezione Couture ispirata alle Geishe della primavera 2007, quella ispirata a Klimt della primavera 2008, o quella dell’inverno 2005 (la cui passerella fu calcata da celebrità della moda del calibro di Naomi Campbell o Linda Evangelista).

In definitiva, quello minimalista non è esattamente lo stile che preferisco, ma bisogna comunque riconoscere i meriti di Simons.

Vedremo cosa ci riserverà nelle prossime collezioni della Maison. Per ora, ecco il video completo della sfilata.



E infine, l'abito che più di tutti mi è piaciuto.



4 commenti:

  1. A me la collezione è piaciuta, alcuni abiti spero proprio di vederli sui red carpet, anche se sono d'accordo sul fatto che alcuni pezzi siano troppo minimal per essere definiti haute couture. Sicuramente la Maison Dior ha risparmiato parecchio... anch'io ricordo la sfilata di Dior ispirata alle geishe, ma in definitiva tutti gli show bellissimi e costosissimi servivano a vendere soprattuto gli accessori di Dior, tra cui quelle borse piuttosto brutte e costosissime che sicuramente non disegnava Galliano. Ho sempre adorato lo styling delle sue sfilate comunque, mentre trucco e capelli di questa sono piuttosto "deprimenti".

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...