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Elie Saab Spring 2007 Couture |
Mode del momento e gusti personali non sempre vanno di
pari passo. Anzi, a volte nutrono persino un profondo odio reciproco. E, se a
questo incontro/scontro si aggiungono sbalzi d’umore e una fisicità specifica
per ogni donna, il disastro è proprio dietro l’angolo.
Tenendo ben presente il fatto che ognuno è libero di vestirsi come meglio preferisce, credo tuttavia che
sia di grande importanza scegliere, sempre nella più completa libertà, il capo
che valorizzi al massimo il proprio corpo. Purtroppo però riconoscere questi
fantomatici capi non è così semplice come sembra e il risultato prodotto da una
scelta sbagliata è quello di oscurare pregi e mettere in luce difetti in realtà
inesistenti. Ma può anche capitare che i punti che per alcuni forniscano motivo
d’orgoglio, per altri lo siano di vergogna e che quindi questi ultimi cerchino
di mascherarli con non-chalance.
Scrivendo quello che state per leggere, non ho inteso
assolutamente elevarmi ad arbiter
elegantiarum. Ho solo cercato di mettere a disposizione di tutte gli anni
di esperienza e di “esperimenti” fatti direttamente sulla mia pelle (la pelle
di una complessata che lentamente si è scrollata di dosso qualche tabù).
I consigli che sto per fornire, quindi, non sono “legge”,
ma tips puramente indicativi,
formulati per orientare alcune di voi verso una scelta più consapevole e
adeguata al proprio fisico.
Ma, a dispetto di ciò che leggerete, devo fare
un’ammissione: secondo me non esiste un capo che stia bene solo ad alcuni tipi
di persone. Esistono, invece, modelli sbagliati di quello stesso capo: tutto sta
nello scegliere il modello perfetto (in base ad alcune variabili da tenere sempre sotto controllo). Nello
scegliere, cioè, il modello che ci valorizzi, che ci dia la silhouette che
desideravamo, che ci dia l’impressione ottica che stavamo cercando, che ci
faccia sentire e sembrare delle dee.
Cominciamo affrontando l’argomento “abiti”, nello specifico, gli ABITI LUNGHI.
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Elie Saab Spring 2007 Couture |
Quando penso all’abito lungo per eccellenza (una specie
di “Idea platonica” da cui discendono
tutte le altre “copie”), immagino
sempre un abito con sottili spalline dritte e posizionate molto esterne (così
da mettere l’accento sulle spalle), scollo a cuore, taglio impero appena
drappeggiato e gonna morbida dall’andamento A-line. Il colore che ho in mente
varia in continuazione (un po’ come quello di Rosaspina/Aurora/La bella addormentata nel bosco, conteso tra le due fatine madrine che volevano tingerlo, l’una, di blu e, l’altra, di rosa): dalla tinta unita
sui toni dell’azzurro ai colori ombré, dalle macrofantasie astratte a pattern
tempestati di fiori esotici. E non è un caso che l’abito appena descritto sia
il modello che preferisco e che indosso più spesso.
Ma l’Idea di
abito cambia a seconda dei gusti, dell’immaginazione e dell’infanzia (ammettiamolo:
i cartoni animati – Disney e non – hanno avuto il loro peso!) di ogni donna: c’è
chi lo sogna a sirena, chi in stile meringa ultradecorato e chi invece
preferisce quello più semplice in versione “maxi canotta” (magari a righe
orizzontali).
Quale che sia questa Idea,
però, l’abito lungo rappresenta il sogno e l’incubo di molte donne.
Il sogno per l’eleganza e l’allure che dona, per la
comodità (ovviamente fatta eccezione per alcuni modelli, come i sirena
“ultraslim”, ovvero quelli strettissimi all’altezza delle ginocchia –
splendidi, ma camminarci è un’impresa davvero ardua) e proprio per la lunghezza
da fiaba. L’incubo, invece, per via delle proporzioni, degli abbinamenti e
delle occasioni in cui indossarlo (tutte abbiamo nell’armadio almeno un abito
lungo, comprato magari in vista di una cerimonia, indossato una sola volta e
poi dimenticato sul fondo dell’armadio perché “non c’era l’occasione per ri-metterlo”).
Partiamo dalle occasioni: sono poche quelle in cui non si
possa sfoggiare un vestito lungo e, se spesso alcune sono percepite come
inadatte, questo dipende dai luoghi comuni e da quanto ci si sente a proprio
agio indossandone uno.
Il maxi dress è perfetto per una festa a bordo piscina, per
un soggiorno in località marine, per una passeggiata in città, per una
rilassante giornata di shopping, per un giro in barca, per viaggiare
comodamente, per una serata importante o proprio di gala, ecc. E lo è anche quando
si deve uscire di casa alla svelta per una commissione e non si ha voglia di
perdere tempo a scegliere cosa mettere, quando all’università o al lavoro fa
troppo caldo per sopportare i pantaloni, quando nulla ci sta bene e serve un
“salva-situazione”, quando si vuole spiccare ad un party senza strafare, ecc.
Poi, le proporzioni: di norma si dice che il lungo sia
caldamente sconsigliato a chi sia più basso di un metro e sessanta e, in linea
di massima, concordo. Ma non è un assioma, bisogna valutare con attenzione la
struttura del proprio fisico e lo stile del portamento: ho visto “nanette” (di
nemmeno un metro e cinquanta) indossare maxi abiti e sandali piatti con molta
più grazia di “stangone” da uno e ottanta. E non sembravano “accorciate” come
si potrebbe pensare.
Gli abbinamenti, infine, sono un altro tasto dolete.
Vediamo le scarpe: con i sandali piatti è chic,
etno-chic, very fashion e blablabla. Ma per favore! Non nego che ci siano
persone che sanno portare molto bene la combinazione lungo+piatto, ma la maggior
parte assolutamente no (e nella locuzione “maggior
parte” inserisco persino alcune delle celebrity
che spesso compaiono sulle riviste patinate come icone di stile: è vero, si
possono permettere il lungo anche senza tacchi, ma la camminata da scaricatore
di porto in gonnella non è certo un accessorio da esibire orgogliose)! Meglio
un bel sandalo gioiello che si intravede appena (già, perché se si vuole
portare un vestito lungo di giorno, l’orlo non deve sfiorare terra) o una
comodissima zeppa. Se il clima lo consente, anche dei tronchetti (vanno bene
praticamente tutti gli stili, ma ci vuole cautela con uno in particolare: lo
stile cowboy) o dei cuissardes (specialmente se la gonna dell’abito ha uno
spacco profondo che si muove camminando). Se invece l’occasione per indossare
il maxi dress si presenta di sera, allora largo a décolletées, mary jane e (sempre
tempo permettendo) sandali in vernice.
E cosa metterci sopra?
Di giorno vanno benissimo maxi cardigan leggermente svasati (con o senza
bottoni), giacchine di jeans, chiodi in pelle e spencer waterfall in suede,
bolerini in tulle o organza di seta, micro-giacche stretch o avvitate in
bouclé, maglioncini “cropped” (cioè tagliati poco sotto il seno) e a maniche
corte. Di sera invece l’alternativa migliore e che dona immediatamente
un’allure misteriosa ed elegante è rappresentata dalle cappe: quelle
all’altezza dei fianchi donano più o meno a tutte, ma per chi vuole osare ci
sono quelle lunghe fino a terra (magari in velluto nero o comunque di un colore
scuro). Altrimenti una (eco)pelliccia, un cappottino dritto e senza chiusure,
un blazer maschile, una giacchina peplum o corta in un materiale pregiato, un
cardigan in seta (anche stampata) o la sempiterna stola.
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Elie Saab Spring 2010 Ready-to-Wear, Spring 2011 RtW, Spring 2011 Couture, Spring 2011 RtW |
Ad ognuna il suo abito.